Indirizzo di SE Mons Mario Grech, Vescovo di Gozo, a SE Mons Tommaso Caputo, Nunzio a Malta, durante l’incontro con il Clero

Bishop Mario Grech addressing the Nuncio and priests (Good Shepherd Church, Victoria)

Chiesa del Buon Pastore, Victoria

Sabato 19 gennaio 2008

Eccellenza Reverendissima,

Sono molto contento che il Suo primo contatto con la nostra Diocesi è stato con il Presbiterio Diocesano, nonché con il nostro Seminario, “casa madre” di tutti i nostri sacerdoti presenti e futuri.

Per me, l’incontro con il presbiterio è un momento molto importante, perché come vescovo, il mio primo impegno è la comunione del mio presbiterio – vescovo e preti sono una cosa sola e il ministero presbiterale è un ministero di comunione o altrimenti semplicemente non è; è pure importante, perché insieme, vescovo e presbiteri, “siamo sacramento di Cristo Pastore”. Se fossimo solo dei pastori ognuno per conto proprio, possiamo anche essere in cento ottanta; ma siamo sacramento di Cristo pastore. Non ci sono cento ottanta pastori, ma ce ne uno solo, che è Gesù Cristo. Allora evidentemente noi possiamo rappresentare Gesù Pastore solo se noi siamo una cosa sola nell’amore, nella collaborazione, nella corresponsabilità.

Anche se L’ho conosciuta da poco, sono più che convinto che la Sua presenza come Nunzio Apostolico presso la nostra Chiesa offrirà un contributo proficuo per sostenerci nella nostra vocazione. Ritengo che posso far quest’affermazione, ricordandomi come il Santo Padre Benedetto XVI ha descritto il servizio diplomatico: “Il servio al quale siete destinati … è un servizio di testimoni qualificati presso le Chiese e le autorità dei Paesi. Ai testimoni del Vengelo è chiesto di restare fedeli in ogni circostanza alla missione che gli è affidata. Ciò comporta per voi [Nunzi Apostolici], in primo luogo, un’esperienza personale e profonda del Dio incarnato, un’amicizia intima con Gesù, nel cui nome la Chiesa vi invia per un singolare compito apostolico. Chi collabora con il Successore di Pietro, Pastore Supremo della Chiesa Cattolica, è chiamato a fare del suo meglio per essere lui stesso vero pastore, pronto come Gesù Buon Pastore a dare la vita per il suo gregge.”

In quell’occasione, il Santo Padre qualifica gli addetti al servizio diplomatico della Santa Sede come “pastori accanto agli altri pastori della Chiesa, prima di essere … promotori del dialogo e tessitori di fruttuosi rapporti con le autorità e le istanze civili, come vuole la peculiare tradizione cattolica. Coltivate questo vostro anelito [a conoscere sempre più il Signore], così che quanti si avvicineranno possono scoprire sempre il sacerdote che è in voi. Si renderà così a tutti noto con chiarezza il carattere atipico della diplomazia pontificia … una diplomazia che lungi dal difendere interessi materiali o visioni parziali dell’uomo, promuove valori che scaturiscono dal Vangelo come espressione degli alti ideali proclamati da Gesù, unico e universale Salvatore.” (Discorso ai Superiori e agli alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, 2.06.07)

Eccellenza, non ho nessun dubbio che Lei è consapevole e convinto di quello che il Suo delicato ministero comporta; anzi, posso attestare che Lei incarna tutti questi valori. Ma l’ho sottolineato solamente per esprimere il perché sono molto contento di accoglierLa a nome di tutta la nostra Chiesa, particolarmente a nome dei miei fratelli nel sacerdozio. Auspico che la Sua presenza tra di noi ci aiuti ad approfondire la nostra intimità con il Signore, la comunione presbiterale, e la nostra vocazione come “sacramento di Cristo Pastore”. Grazie.